Ma quale privacy?

GIUGNO 2008 - Siamo asfissiati dalla salvaguardia della privacy: nella quotidianità ci ricordano che dobbiamo rispettare le norme.E il cittadino chi lo tutela? Eppure continuiamo ad essere spiati da telecamere in strada, mentre sul web succede il finimondo. L'Agenzia delle Entrate si è permessa di spiattellare in rete i redditi degli italiani, mentre gli sciaccalli di Internet ne hanno subito approfittato. Il quotidiano Il Messaggero ci informa che alcuni giorni fa "un dipendente di un comune della Toscana è stato iscritto nella lista degli indagati per aver venduto on line al prezzo di 20 euro una copia della dichiarazione dei redditi del 2005". E gli italiani? Una parte ha già dimenticato, un'altra si è affidata alle associazioni dei consumatori per chiedere i danni. E i Vip? Qualcuno ha fatto la faccia storta per la delusione innescata. Pensate al popolo dei "grilli parlanti",dopo aver scoperto che Beppe Grillo guadagna più di quattro milioni di euro all'anno. Niente paura: i fedelissimi hanno trovato l'escamotage per difendere il profeta dei blog!

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Personalmente credo che sapere cosa guadagna un personaggio pubblico come Grillo sia di poco interesse. Che lui guadagni 4 milioni di Euro all'anno gli fà solo onore. Lui si e' reinventato un ruolo, la gente lo segue, va ai suoi spettacoli, compra i suoi DVD, le aziende investono sul suo blog che e' diventato uno dei blog piu' visitati al mondo!!! Perchè ci si stupisce che guadagni cosi' tanto ? Perche' dice delle cose scomode che a questa società fondata sul nulla non fanno comodo?
Approfondire i messaggi e i contenuti e' una cosa che in questa società di nani e ballerine non si fà piu', e se c'e' qualcuno che lo fa' ci si scaglia contro di lui perche' guadagna 4 milioni di Euro all'anno ?? Chi se ne frega quanto guadagna !!

p.s.: ....e il prossimo DVD me lo compro di sicuro cosi' magari guadagnerà 4.000.020 € nel 2008 !!!

Anonimo ha detto...

Ops! non ho firmato il commento precedente. SONO IL TEC!!!

Anonimo ha detto...

Molti pensano che sia il reddito a fare la differenza tra una persona e un altra. queste sono cazzate: conta altro... i soldi devono bastare! A me però questa cosa mi ha fatto davvero incazzare. Perché gli altri devono sapere informazioni private? Per quanto riguarda Beppe Grillo e compagni... ognuno può fare quello che vuole! Guadagna 4 milioni di euro. Beato lui!

Anonimo ha detto...

Io sono ancora studente e non ho ancora di questi problemi. I miei guadagni non sono identificati. Mio padre si è incazzato parecchio. Lui fa il commerciante e temeva che qualcuno venisse a rompere le palle... Ognuno i panni sporchi dovrebbe lavarli in famiglia!!!!

Anonimo ha detto...

sembra un paradosso ma da quando hanno finalmente approvato la legge sulla privacy, nel 97 credo, la privacy è scomparsa. certo fa parte dell'evoluzione tecnologica: essere sempre reperibili, certo da' sicurezza ai genitori apprensivi, ai datori di lavoro, ok, tutto bello. anche le telecamere a circuito chiuso sono solo per la nostra sicurezza, mai visto i vari csi dove attraverso la visione del nastro della sicurezza si scopre il colpevole?. benissimo. il problema è l'abuso di questi mezzi, o meglio l'uso inappropriato che se ne fa. internet è una grande risorsa, ma, sarà banale, è un arma a doppio taglio. utilizzarla per diffondere le dichiarazioni dei redditi mi sembra alquanto stupido, a che pro poi? soddisfare qualche curiosità morbosa sul vicino di casa invadente? posso capire, in un qual modo, l'esposizione di certi personaggi pubblici, ci sono già abituati, ma le persone comuni? non vedo assolutamente l'utilità di un'operazione del genere.

Anonimo ha detto...

certo che vendere le informazioni... me lo sarei aspettato più da un napoletano: non ho niente contro i partenopei!!! sono troppo forti...

Anonimo ha detto...

Come diceva nel film Via col vento il mitico Clark Gable, "sinceramente me ne infischio".
Si me ne infischio di tutte queste notizie e leggi ridicole, la cosidetta privacy.
Mi viene da ridere quando negli uffici mi fanno fimare l'informativa per la tutela della privacy, quando oramai la privacy non l'abbiamo neanche a casa nostra...

Anonimo ha detto...

In Italia ci sono tante leggi inutili e quella sulla privacy è una di quelle.
Perché la privacy non esiste: in famiglia, sul lavoro, tra gli amici.
L'italiano non resiste alla tentazione di guardare nel buco della serratura del vicino.
Questa curiosità morbosa è più forte di qualunque divieto.
Per quanto riguarda Grillo, non avevo dubbi sull'"importanza" dei suoi guadagni.
Spero che tra i lettori di Pipolo non ci sia qualche suo sostenitore, ma a me è sempre sembrato un grande perbenista. E di bene fa solo una cosa: predicare.

Anonimo ha detto...

La privacy è una cosa bella se questa salvaguardia l'uguaglianza, la dignità, la vita personale e privata dell'essere uomo. Ma non ha niente a che vedere su quanto guadagna la gente.
Sapere ufficialmente quanto una persona guadagna legalmenete, non dovrebbe irritare la gente perchè questo non viola la propria privacy anzi si dovrebbe essere fieri di dimostrare apertamente che si partecipa onestamente al bene del nosrtro paese pagando le dovute imposte sui redditi. Daltronde che importanza ha se i dati personali vengono ufficialmente resi noti, se ci sono telecamere a circuito chiuso. La persona onesta non ha niente da temere. Nelle nostre democrazie siamo tutti ugulmente schedati.
Certo è interessante sapere se Grillo che guadagna penso giustamente i suoi 4 milioni di euro all'anno paghi le sue dovote tasse alla cominità e questo non è irruzione nella sua vita privata.
Se le persone hanno paura che questa legge da agio alla gente di soddisfare qualche curiosità morbosa sul vicino di casa invadente,allora è necessario che la gente cambi il proprio stile di vita e si comporti onestamente con se stesso e con gli altri.

Anonimo ha detto...

Io penso invece che nel concetto di privacy possa rientrare il reddito di un lavoratore. Ciò che è giusto dire o nascondere dipende dalla propria sensibilità.
A me, per esempio, darebbe fastidio far sapere qual è il mio stipendio, tant'è che quando qualcuno me lo chiede rimango sul vago.
Sono dannati fatti miei quanto vi è in busta paga.
La questione su Beppe Grillo forse esula dal tema della privacy.
Dico solo che non mi aspettavo che guadagnasse più di un calciatore o più di tanti politici da cui lui prende le distanze.

Anonimo ha detto...

Il mondo dell'informazione ci insegna a farci i fatti di tutti, la Rete ci spinge a ficcare il naso ovunque, le interelazioni sono sempre più all'insegna della morbosità nel ricercare i segreti piu celati e nascosti... e in fondo piace cosi alla stragrande maggioranza di noi...ebbene...il problema è questo: non tanto che ci sia o meno la possibilità di curiosare i redditi online quanto la domanda: perchè ce ne frega qualcosa?

non è forse meglio trovarsi di fronte a un te caldo o la mattina, di fronte a una bella brioche, a parlare di noi, delle nostre vite?

IVAN

Anonimo ha detto...

Lo ammetto. Quando ho letto la notizia sul giornale e sono arrivata in ufficio mi sono fiondata su internet per dare una sbirciatina! E già alle 9 del mattino il sito dell'Agenzia era straimpallato. Ipocrisia a parte, i dati non dovrebbero essere visibili per una questione di tutela dell'immagine della persona: chi guadagna poco, non ha mica tanta voglia di far sapere i fatti propri a tutti.

Anonimo ha detto...

Ma chi se ne frega di quanto guadagna Pippo o Paperino? L'unica cosa ingiusta è sbandierare i fatti privati dei lavoratori a reddito "normale". Tanto sappiamo benissimo chi ha i soldoni

Anonimo ha detto...

Caro Rosario colgo subito l'occasione per farti i miei migliori auguri per
il tuo blog!
Ti dico subito che sono contrario alla legge che ha fatto questo governo
sulla privacy. Perchè se vogliamo che sia la magistratura e sia gli
inquirenti lavorano bene, qual è cosa migliore delle intercettazioni
telefoniche. Del resto quanti delinquenti hanno azzuffati con questo
sistema. Io penso che sia solo una scusante per non far scoprire i fatti
loro, se loro si ritengono puliti perchè hanno paura delle intercettazioni?

Anonimo ha detto...

lavoro nella scuola... la privacy si firma continuamente sulle carte come ha detto manuela, per tutelare allievi e docenti. tutte cazzate! quando vogliono far sapere un fatto privato ci riescono benissimo per mezzo della non sempre professionale trasmissione orale delle informazioni. e sono convinta che quando lo facciamo pensiamo a tutto, tranne alla legge sulla privacy!
io sono favorevole alla pubblicazione di dati privati quando il contenuto degli stessi riguarda anche il pubblico. mi riferisco ai politici che sono messi lì per governare, non fare i loro comodi. quindi la cattiva pubblicità che gli si fa, è il minimo per esprimere il dissenso. per quanto riguarda le altre privacy, davvero una legge serve a poco, specie in italia, paese delle leggi e dei sabotatori delle leggi!!

Anonimo ha detto...

A me pare che in Italia ci sia un po' la patologia dello scheletro nell'armadio. Certo è semplicistico dire che chi non ha niente da nascondere non ha niente da temere, ma in fondo penso che al di là dei danni effettivi che qualcuno potrebbe ricavare da questo "outing", non sia proprio una tragedia che il mio vicino sappia quanto guadagno. Sinceramente non m isento vilipeso nell'orgoglio nè insidiato nell'intimo. E, anzi, la trasparenza è un ingrediente che nella cucina italiana viene usato sempre con troppa parsimonia.

Anonimo ha detto...

Caro Rosario, scusa per l'enorme ritardo, ma mi sono fratturato il braccio e non potevo scrivere. Vado subito al sodo: la legge sulla privacy è una grandissima stronzata, tipica della società ipocrita in cui viviamo. Siamo continuamente osservati, intercettati, controllati. I satelliti ormai ci guardano anche quando siamo seduti sul WC, col telefonino acceso ci trovano anche in Papuasia, con le telecamere nelle strade ci trovano sempre e dovunque. La cosa più ridicola è che se finisci in ospedale, in rianimazione, nessuno avvisa i tuoi familiari per la privacy. pensa che a scuola i voti dei promossi vengono esposti sui quadri di fine anno, quelli dei bocciati e dei rimandati invece no. La privacy non vale per i promossi. Non aggiungo altro, a presto Armando